I FATTI :
Alessia Pifferi, 39 anni, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi nel luglio del 2022.
Alessia Pifferi abitava a Milano, Giovedì 14 luglio uscì di casa poco prima delle 18 per raggiungere il compagno nella sua casa di Leffe, un comune in provincia di Bergamo. Lasciò a casa la figlia di 18 mesi da sola, senza avvertire nessuno. Pifferi raccontò al compagno che la bambina era al mare con la sorella. Ai magistrati disse che pensava di tornare a casa il giorno dopo, invece rimase quasi una settimana lontano da casa. Tornò soltanto mercoledì 20 luglio, poco dopo le 10 di mattina. Come raccontò durante un’udienza, Pifferi disse di essersi subito accorta che la figlia non si muoveva. Tentò di rianimarla con il massaggio cardiaco, la portò in bagno per bagnarle i piedi, la faccia e la testa nel tentativo di farla rinvenire. Poi la mise nel lettino, le spruzzò dell’acqua in bocca. Solo allora si rese davvero conto che la bambina era morta, uscì di casa e chiese aiuto a una vicina che chiamò i soccorsi.
LE ACCUSE :
Pifferi è accusata di omidicio volontario pluriaggravato: significa che le sono contestate diverse aggravanti come la premeditazione, l’aver agito in ambito famigliare e per motivi «futili e abietti». È un reato per cui – in caso di condanna – è prevista la pena massima dell’ergastolo.
LA DIFESA:
La donna, accusata di omicidio volontario della figlia Diana di 18 mesi, sarebbe 'portatrice di handicap' secondo dei documenti redatti quando andava a scuola.
Secondo quanto dichiarato dall'avvocata della 39enne, Alessia Pontenani, i nuovi reperti sarebbero la prova di una disabilità intellettiva dell'imputata. Le certificazioni emesse dagli istituti scolastici avrebbero dovuto ribaltare in qualche modo la perizia super partes dello specialista Elvezio Pirfo. Infatti l'avvocato della Pifferi ha chiesto l'integrazione di quest' ultimi documenti, ma il giudice non lo ha ritenuto necessario, anche se ha acquisito la documernzione in questione.
MA ALESSIA PIFFERI QUANTI ANNI DI CARCERE MERITA?
Per la maggior parte dei cittadini che hanno seguito il caso la pena giusta sembra L' ERGASTOLO SENZA SCONTI.
Anche il PM ha chiesto L'ERGASTOLO SENZA SCONTI.
La difesa con la sua arringa conclusiva del 13 Maggio molto probabilmente chiederà l'assoluzione per infermità mentale o uno sconto di pena per semi infermità o in alternativa omicidio colposo.
OPINIONE DA CRIMINOLOGO :
Per prima cosa vorrei dire che tutta la mia compassione é per Diana, morta in un modo orribile e che niente e nessuno potrà portarci indietro.
Ma all'interno di un tribunale si deve agire in scienza e coscienza lasciando da parte i sentimentalismi per concentrarci su indizi e prove scientifiche al fine di raggiungere un " finale" che possa rendere giustizia ad ogni singolo caso.
Torniamo al caso della Pifferi, una donna di 39 anni che ha partorito la propria bambina dentro un water, una donna che stata violentata quando era piccola e che dalle pagelle scolastiche recuperate dal suo legale si evidenzia già allora dei problemi non meglio specificati ma che delineano una figura di una bambina che non ha avuto una crescita lineare e che aveva problemi di apprendimento. Una donna che non ha praticamente rapporti con la sua famiglia e che passa spesso i weekend fuori con uomini, lasciando la figlia con alcuni biberon nella culla pur di soddisfare le proprie esigenze personali. Questo comportamento che mostra un certo grado di egoismo e di irresponsabilità da parte della Pifferi non può però dissociarsi da un comportamento abituale che lei stessa aveva sperimentato e che le altre volte non le aveva creato nessun problema. Come dire, le altre volte mi é andata bene e quindi voldire che l'azione che compio non ha ripercussioni su mia figlia. Quindi riproponi quell'azione ( anche sbagliata) fino a quando ti va bene.
Possiamo dire che la signora Pifferi soffre di un disturbo anti sociale della personalità - soffre di alessitimia ( mancanza di empatia verso gli altri) e a causa delle sue problematiche iniziate dall'infanzia non ha sviluppato una personalità " sana" e probabilmente non l'ha resa sufficientemente matura per diventare madre.
Ma il terribile omicidio che si é compiuto può considerarsi volontario e quindi portare la Pifferi alla pena dell'ergastolo?
Personalmente non penso che ci siano i presupposti giuridici per l'omicidio volontario, per una serie di motivi :
Non ha somministrato le benzodiazepine trovate vicino la piccola Diana che poteva portarla ad assopirsi e quindi non rischiare che sentissero le urla della neonata.
La donna ha più volte posto lo stesso comportamento come da lei stesso detto, ma questa volta se potratta più del dovuto. Dovremmo altrimenti accusarla oltre che di omicidio volontario di n° indefinito di tentati omicidi
La perizia super partes non ha preso in esame gli ultimi documenti trovati dall'avvocato della Pifferi che parlano di una bambina problematica fin da piccola. Anche se il perito può decidere sulla sua capacità di intendere e di volere senza prendere in considerazione queste nuove prove, penso che in un caso così importante e controverso sia giusto valutare tutta la storia di questa donna che comunque é quanto meno complicata.
La Pifferi trovando sua figlia morta tenta il massaggio cardiaco e invece di tentare di occultare il cadavere chiede ai vicini di chiamare aiuto perché sua figlia non respirava più. (Questo da solo non significa che lei non avrebbe potuto premeditare questo comportamento ma a seguito del test sul Qi con un valore di 40 e le nuove prove rispetto ai suoi problemi fin da piccola mi viene difficile supporre che abbia potuto avere l'intelligenza e la fredezza per premeditare tutto questo)
Scomodando la statistica forense , questo é uno di quegli omicidi che ha una percentuale di realizzazione davvero basso e poche volte il nostro paese si é ritrovato davanti ad una tale situazione, questo collegato sempre ai motivi dei punti precedenti mi fanno credere che la signora Pifferi ha delle COLPE che però non derivano da un atto premeditato ed intenzionale. In conclusione considero una " giusta pena" l'omicidio colposo e il riconoscimento della semi infermità mentale alla Sign. Pifferi.
Questa mia ultima valutazione che non é presa a cuor leggero si inserisce in un contesto più generale che considera il carcere un luogo in cui si sconta la propria pena (afflittiva) ma che nello stesso tempo deve riabilitare il soggetto per ricondurlo quando sarà pronto all'interno della società, per usufruire di una nuova possibilità.
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