Sabato 10 Giugno doveva essere un giorno come un'altro per la piccola Kate ma invece non è stato così. Infatti quella mattina nei pressi dell'ex hotel Ariston a Firenze, Kate di appena 5 anni scompare nel nulla e dopo 14 giorni non si hanno ancora tracce della bambina, non si hanno richieste di riscatto e non si conosce ancora il movente, d'altronde non si conoscono nemmeno l'autore/i di questo rapimento.
In questi giorni tutte le trasmissioni televisive hanno riaperto la discussione sulle case popolari, sulle case abusive e/o occupate abusivamente e sul degrado in cui molti minori sono obbligati a vivere a causa delle condizioni familiari e sociali in cui spesso si ritrovano.
Prima di addentrarci nella storia di Kate è in dubbio che più un bambino vive una situazione di disagio fisico,psicologico, sociale molto più probabile è il rischio di condotte devianti da parte delle famiglie o a volte anche degli stessi bambini che vengono usati per rubare o chiedere l'elemosina portando gli stessi a correre rischi altissimi da qualsiasi punto di vista.
Case fatiscenti, genitori che spesso non hanno un lavoro e sono obbligati a delinquere, mancanza di regole e di istruzione sono le basi "maligne" di situazioni che poi vanno a degenerare e che a volte diventano tragiche come la sparizione di Kate.
Ma chi ha preso Kate?
Non possiamo rispondere a questa domanda e la procura sta tenendo il massimo riserbo sulla storia per non fare veicolare notizie che potrebbero favorire il rapinatore/i.
Si sono allertati tutti i corpi di polizia e carabinieri compresi quelli per le operazioni speciali, si stanno vagliando le immagini di 1500 telecamere e si sta cercando d'interrogare tutti coloro che potrebbero essere a conoscenza d'informazioni per aiutare a risolvere questo caso.
Intanto è stato svuotato l'edificio e hanno trasportato le famiglie in altri quartieri di Firenze, in strutture tecnicamente più "appropriate" senza fare mancare le proteste dei residenti che hanno paura poiché il rapinatore/i di Kate potrebbe essere ancora in circolazione e le persone sono in apprensione per la vita dei propri figli.
Una storia terribile che speriamo finisca con la liberazione di Kate e che la bambina possa tornare nelle mani della sua famiglia, consapevoli che come società, stato ed enti sociali dovremmo fare molto di più e non intervenire solamente a fatto compiuto.
Ritorna Kate, ti aspettiamo!
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