Qualche giorno fa, la corte suprema di cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Massimo Bossetti condannato alla pena dell'ergastolo per l'omicio di Yara Gambirasio.
Infatti piu volte la difesa di Bossetti aveva provato a richiedere l'accesso ai reperti e la corte d'assise di Bergamo aveva dato risposta negativa.
Ma questa volta la corte di cassazione ha deciso che i legali di Massimo Bossetti potranno fare una ricognizione dei reperti nei limiti già autorizzati nei passati provvedimenti e stabilendo idonee misure per garantire l'integrità dei reperti.
Ma che significa concretamente ricognizione dei reperti?
La difesa di Massimo Bossetti potrà prendere visione del materiale senza poter toccare gli stessi che saranno conservati in apposite buste per il loro mantenimento.
Infatti la difesa dovrà farsi bastare una visione oculare dei reperti e cercare una tesi appropriata per richiedere successivamente un accesso agli atti per avere la possibilità di fare accertamenti tecnici.
Ma a questo punto la corte d'assise di Bergamo dovra stimare la valenza degli accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità.
Solamente con una risposta positiva i legali di Massimo Bossetti potranno avere elementi per cercare nuove prove per tentare di richiedere una revisione che in verità sembra molto difficile; infatti la prova regina, il DNA di ignoto 1 che ha reso il caso famoso in tutto il mondo ormai non è più possibile trovarlo negli indumenti di Yara dato che non era abbastanza per ripetere nuove analisi.
Nel caso di Bossetti si è arrivati ad avere l'analisi di quasi 20.000 dna, un'indagine senza precedenti in Italia e tra le poche nel mondo per numero di persone analizzate per rintracciare il famoso ignoto 1.
Ma proprio per la mole di lavoro che è stata utilizzata per questo processo, le risorse economiche e l'importanza di quel DNA trovato nelle mutandine della povera Yara, ritengo quasi impossibile la possibilità di una revisione poiché la prova regina non potrà più essere verificata perché ormai deteriorata e per la poca quantità rinvenuta negli indumenti di Yara che quindi non permettono un'altra analisi.
Un'unica analisi che ha portato alla condanna all'ergastolo di Massimo Bossetti.
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